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"I figli del mastro vetraio" di Maria Gripe.



Vincitore del premio Andersen nel 1947, "I figli del mastro vetraio" è uno dei romanzi più conosciuti della letteratura per ragazzi del Nord Europa, con ambientazioni da fiabe remote, temi mitici e personaggi archetipici.
Alberto il mastro vetraio e Sofia sono i genitori amorevoli dei piccoli Pietro e Chiara. Alberto produce le ciotole e i vasi di vetro più belli della regione (ma purtroppo sono così poco pratici che nessuno li compra mai), mentre Sofia sostiene la famiglia lavorando nei campi. 
Come ogni anno Alberto va alla fiera del Paese per provare a far quadrare un poco il bilancio famigliare, altrimenti disastroso, e cercare di vendere i suoi splendidi vasi. 
Tra le bancarelle e i molti saltimbanchi Sofia e Alberto incontrano una maga buona, tessitrice di tappeti magici, che gli annuncia un futuro infausto: in quello stesso momento Pietro e Chiara, poco lontani, vengono rapiti dal Signore e dalla Signora di Tutti i Desideri, ricchi eleganti e misteriosi, che hanno tutto ciò che vogliono tranne una cosa: i bambini. 
Pieno di personaggi curiosi e indimenticabili come il corvo con un solo occhio che può vedere solo il lato positivo della vita, la strega che vive sotto un ciliegio e la mostruosa governante Nana, il cui canto penetrante può frantumare il vetro.
"I figli del mastro vetraio" intrattiene, emoziona ma fa anche riflettere su argomenti seri come il valore di avere un lavoro gratificante e la differenza tra ciò che desideri e ciò di cui hai bisogno.
Un romanzo da leggere e far leggere ai più piccoli in cui Maria Gripe riprende le fiabe e i miti nordici per raccontare una storia gotica e avventurosa con una sensibilità molto moderna.
E tutto ovviamente finirà bene, come in ogni fiaba.

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