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"Generazione perduta" di Vera Brittain.



"Da quasi dieci anni sentivo il bisogno, con un’insistenza ormai improrogabile, di scrivere qualcosa per mostrare a tutti quello che la guerra in sé e il periodo successivo a essa – più o meno dagli anni che vanno fi no al 1914, e poi fi no a circa il 1925 – abbiano significato per gli uomini e le donne che sono nati e cresciuti poco prima che scoppiasse. Se mai ci fossi riuscita, volevo anche dare un’idea dei cambiamenti che quel periodo ha provocato nelle vite di individui molto diversi tra loro e che appartenevano all’ampia classe media della società da cui proviene anche la mia famiglia. Mi sono resa conto che soltanto provando a raccontare questa storia in termini di esperienza personale sarei riuscita a recuperare, dalla distruzione della mia stessa gioventù in guerra, qualcosa che potesse avere un valore, dei princìpi di verità, di speranza e di esempio per gli altri."

Nel 1933 Vera Brittain pubblica “Testament of Youth” (Generazione perduta): attraverso la propria storia, vivida e sincera, raccoglie le sue memorie e lascia come testamento ideale e come tributo a una generazione perduta, quella spazzata via dalla grande guerra, questo libro acclamato fin da subito come un classico della letteratura inglese. Nel 1914 Vera si affaccia alla giovinezza. È brillante, anticonformista e decisa a cambiare un destino di moglie gentile e madre paziente, diventando una delle prime donne ammesse in un selettivo college di Oxford. Con l'egocentrismo dei suoi vent'anni, inizialmente Vera considera la grande guerra soprattutto una scomoda interruzione delle proprie attività, ma la portata degli eventi che stanno travolgendo l'Europa diventa presto chiara: la devastazione non è solo materiale, ma anche psicologica e spirituale. Lasciata Oxford, Vera serve la patria a Londra, a Malta, in Francia come infermiera volontaria, mentre il fratello, il fidanzato, gli amici più cari perdono la vita nelle trincee. Sopravvivere a tutto e tornare a un nuovo genere di ''normalità'' non sarà facile. Dopo una risurrezione difficile ma necessaria, divenuta scrittrice e giornalista, Vera non racconta soltanto la disillusione e il dolore, ma anche il cammino di maturazione delle idee per le quali ha combattuto tutta la vita, armata solo della sua penna: pacifismo e lotta per i diritti delle donne. 

"Sono stata sveglia l'intera notte per leggerlo" - Virginia Woolf

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