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"Veniva da Mariupol" di Natascha Wodin.

  


"A Mariupol non c'è più niente, solo rovine."

Questa frase è stata pronunciata dal Presidente Volodymyr Zelensky in collegamento  con  il Parlamento Italiano.

Non è la prima volta che questa città viene distrutta.

Se volete saperne di più, vi consiglio "Veniva da Mariupol" di Natascha Wodin che è allo stesso tempo rielaborazione di una biografia incandescente e ricostruzione rigorosa di un crimine che ha segnato, nel silenzio dei popoli, milioni di individui. 

Navigando quasi sovrappensiero su un sito internet russo, una scrittrice ritrova - per un caso che ha del miracoloso - una traccia della madre, morta da decenni, di cui ignora pressoché tutto. Inizia così un'indagine appassionante che ripercorre l'incredibile destino di una donna e della sua famiglia dispersa durante gli smottamenti politici e bellici del Novecento: dalla Rivoluzione d'ottobre alla crisi dei Paesi postsovietici. Così, senza mai alzarsi dalla scrivania, Natascha Wodin lascia che la Storia colmi a poco a poco i vuoti della memoria, imbarcandosi in un viaggio a ritroso fino alla città ucraina di Mariupol, da dove i suoi genitori vennero deportati come forza lavoro al servizio del Terzo Reich. Tra false piste e colpi di scena Wodin restituisce un volto alle vittime rievocando personaggi memorabili. Una vicenda struggente che cambia rotta pagina dopo pagina dando forma a quella materia spesso inverosimile che è la realtà di ogni vita.

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