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"A casa di Jane Austen" di Lucy Worsley.

Il mondo dei romanzi di Jane Austen è domestico, ordinato, intimo. I suoi personaggi abitano in villini deliziosi, residenze di campagna principesche ed eleganti palazzi cittadini. Si è tentati perciò di credere che anche la vita della grande scrittrice si sia svolta in ambienti analoghi. Nulla di più lontano dalla realtà. L’esistenza di Jane, in apparenza tanto tranquilla, fu segnata da porte chiuse, strade che non le fu consentito imboccare, scelte che non poté compiere. La piccola somma guadagnata a fatica grazie ai suoi libri non bastava a consentirle di avere una casa tutta sua, e la morte del padre la costrinse a peregrinare tra abitazioni in affitto o presso parenti che le riservavano il destino proprio delle zie nubili: badare ai bambini. Leggendo i suoi romanzi, così pieni di case amate, perdute, sognate, si comprende bene come il desiderio struggente di una casa vera, di un luogo protetto dove mettere al sicuro i propri manoscritti e scrivere senza il peso delle fa

"La Primula Rossa" di Emma Orczy.

Parigi, anno di grazia 1792. Il Regime del Terrore semina il caos.  I “maledetti aristos”, sventurati discendenti delle famiglie aristocratiche francesi, vengono mandati a morte dall’implacabile tribunale del popolo: ogni giorno le teste di uomini, donne e bambini cadono sotto la lama della ghigliottina.  Ma in loro aiuto interviene un personaggio inafferrabile e misterioso, il quale, attraverso rocambolesche e ingegnose fughe, riesce a portare oltremanica i perseguitati del regime, nella libera Inghilterra.  Dietro di sé non lascia tracce, se non il proprio marchio: un piccolo fiore scarlatto, che gli varrà il soprannome di Primula Rossa .  Ma quale identità si cela dietro questo pseudonimo?  Chi è l’audace salvatore, disposto a rischiare la propria vita in nome della nobile causa?  L’incognita ossessiona l’astuto e crudele funzionario del governo francese Chauvelin e affascina l’alta società inglese: ma la soluzione del mistero si rivelerà tanto insospettabile quanto gen

"I figli del mastro vetraio" di Maria Gripe.

Vincitore del premio Andersen nel 1947 , " I figli del mastro vetraio " è uno dei romanzi più conosciuti della letteratura per ragazzi del Nord Europa, con ambientazioni da fiabe remote, temi mitici e personaggi archetipici. Alberto il mastro vetraio e Sofia sono i genitori amorevoli dei piccoli Pietro e Chiara. Alberto produce le ciotole e i vasi di vetro più belli della regione (ma purtroppo sono così poco pratici che nessuno li compra mai), mentre Sofia sostiene la famiglia lavorando nei campi.  Come ogni anno Alberto va alla fiera del Paese per provare a far quadrare un poco il bilancio famigliare, altrimenti disastroso, e cercare di vendere i suoi splendidi vasi.  Tra le bancarelle e i molti saltimbanchi Sofia e Alberto incontrano una maga buona, tessitrice di tappeti magici, che gli annuncia un futuro infausto: in quello stesso momento Pietro e Chiara, poco lontani, vengono rapiti dal Signore e dalla Signora di Tutti i Desideri, ricchi eleganti e misteriosi,